Una Buona alimentazione consigli:
Le Linee Guida dell’INRAN, oggi CRA-NUT, per una sana e corretta alimentazione sono:
- Controlla il tuo peso e mantieniti sempre attivo
- Più cereali, legumi e frutta
- Grassi: scegli la qualità e limita la quantità
- Zuccheri, dolci e bevande zuccherine: nei limiti giusti
- Bevi ogni giorno acqua in abbondanza
- Il sale? meglio poco
- Bevande alcoliche: se si, solo in quantità controllata
- Varia spesso le tue scelte a tavola
- Consigli speciali per persone speciali
- La sicurezza dei tuoi cibi dipende anche da te
Le diete che curano la sola prescrizione alimentare senza definitive modifiche dello stile di vita e dei pensieri sabotatori risultano nel lungo periodo fallimentari .
Qualsiasi regime dietetico, anche il più naif, che crei un deficit energetico è in grado di produrre una calo di peso ma come fare a mantenere il risultato nel lungo periodo?
E’ quindi molto di più che una mera questione di numeri e bilanci energetici.
Occorre lavorare su obiettivi, motivazione e pensieri disfunzionali che sono quelli che mi fanno dire, ad esempio:
- “Sono stanco/a, mi prendo una vacanza dalla dieta”
- “Sono stanco/a di dover sempre rinunciare a ciò che più mi piace”
- “Non è giusto: gli altri mangiano anche di più, non ingrassano e ciò mi da rabbia”
- “Se devo mangiare solo 5 patatine o 1 calice di vino o 1 solo cioccolatino, allora lascio stare”
- “Sono stufo/a di rinunce”
Ogni volta che interrompo una dieta creo uno stato di frustrazione, senso di colpa e precarietà e alla fine mi convinco di non avere gli strumenti per gestire in modo funzionale.
Più devo più trasgredisco!
Mettersi a dieta è un po’ come dichiarare guerra al nostro corpo e questo tipo di guerra non ha fine. Il corpo si difende dalla restrizione alimentare.
La “carestia “ spinge il nostro corpo a stoccare cibo e ridurre i consumi perché ne va della sopravvivenza.
Potrebbe essere utile cominciare a non privarmi del cibo che credo di non dover più mangiare.
Posso invece:
- imparare a metterlo della giornata senza esagerare con le porzione o nella settimana come frequenza di consumo settimanale
- pensare alle cose che mi piacciono
- fare di più attività che non hanno a che fare con il cibo
- dedicarmi a tutto ciò che mi può “nutrire” come il cibo, quali le mie passioni e a cosa mi riesce bene di fare.
Sicuramente il sovrappeso e l’obesità sono un fattore di rischio per le patologie degenerative non trasmissibili, quali le malattie cardiologie. Posso tuttavia anche imparare ad accettarmi migliorando il mio stile di vita (alimentazione e attività fisica) e cominciando a pensare come farebbe una persona normopeso con un buon rapporto con il cibo.
Ovviamente è una nuova grande sfida ed un nuovo modo di approcciare il problema peso ma potrebbe fare la differenza.
Non un dovere ma una scelta personale consapevole: nessuno è refrattario al dimagrimento e tutti, se lo vogliono davvero, possono modificare molte cose.
La convinzione che l’obesità sia la conseguenza di una “disfunzione ghiandolare” e soprattutto tiroidea, è molto diffusa e saldamente radicata nella cultura popolare.
Nella realtà le endocrinopatia (ipotiroidismo) rappresentano non più del 5% delle cause ed occorre un approccio medico specifico.
C’è anche molta confusione per quanto riguarda le intolleranze alimentari e le diete idonee. Attualmente sono pochi i test validati dalla medicina ufficiale mentre spesso sono propagandati e utilizzati test sui quali esistono pochissimi studi scientifici e non sempre con gli stessi risultati. Occorre dunque usare molta prudenza in questo campo soprattutto quando il problema dell’intolleranza viene associato e “refrattarietà” al dimagrimento.
Ciò che consigliamo è verificare l’autorevolezza della fonte e la professionalità del personale sanitario specializzato.